IL VASSALLO: un piccolo grande Bordeaux alle porte di Roma
“Il vino è una specie di riso interiore che per un istante rende bello il volto
dei nostri pensieri.”
Henry de Régnier
Bisogna tornare indietro di qualche anno, intorno alla metà del passato decennio, un classico fine settimana fuoriporta ai Castelli Romani e precisamente a Castelgandolfo, residenza estiva del Papa. Io e mia moglie dopo aver pranzato a casa di amici – una villa, con vista mozzafiato su Roma, sul versante occidentale della collina vulcanica nel cui cratere c’è il lago di Albano -, decidiamo di andare a fare visita, senza alcuna prenotazione, alla azienda vinicola Colle Picchioni, fondata e diretta da un “mito” del mondo enologico italiano, Paola Di Mauro.
Di primo acchito entrando nella tenuta, appartenuta in passato ai vassalli (appunto) dei Principi Colonna, non ne riceviamo una grossa impressione, ci appare troppo sobria e austera quasi disadorna ma il posto e la veduta, in realtà, sono magnifici. Ci viene incontro un piccolo uomo, probabile tuttofare, e ci chiede cosa vogliamo, gli dico che ci piacerebbe non solo bere e comprare dei vini ma poter incontrare e parlare con la signora Paola. Farfuglia qualcosa in una strana lingua, probabilmente slava, e ci indica una piccola casa, suoniamo al campanello e ci viene incontro Paola Di Mauro, sorridente come sempre appare in ogni fotografia che la ritrae.
Vedendola ho pensato alla grande Anna Magnani, lo stesso sorriso schietto e puro, il colore dei capelli, la “mediterraneità” e la fierezza dello sguardo. Mi presento insieme a mia moglie, la simpatia è subito reciproca, tant’è che in men che non si dica ci trovammo a parlare della sua vita, sull’acquisto quasi casuale di una casa e di un piccolo podere, nella campagna di Marino, per trascorrere i fine settimana e le vacanze estive, sulla forte impressione che ebbe la prima volta nell’ assistere ad una vendemmia e l’interesse immediato che nacque per il vino.
Fu subito consapevole – data la bassa qualità del vino prodotto nei Castelli Romani – della necessità primaria di leggere, documentarsi, conoscere personalmente tutto ciò che, in vigna ed in cantina, potesse rendere un vino eccellente.
In un mondo arretrato culturalmente e fortemente, diciamolo, “maschilista” come quello del Lazio vitivinicolo degli anni ’70 e ’80, Paola Di Mauro fu giudicata una “visionaria”, ma l’ironia della storia colpisce ancora e una “visionaria” ha dimostrato di essere null’altro che una preveggente realista.
Il mondo del vino di qualità, italiano e laziale in particolare, deve molto a questa coraggiosa donna ma ne sono, tanto per cambiare, consapevoli più all’estero dov’è, fra l’altro, ancor più conosciuta come grande cuoca. Non molti sanno della passione per la cucina di Donna Paola, provate ad entrare (allora mi fu concesso questo autentico privilegio) nella sua cucina dove tutti i sensi, credetemi, sono messi a dura, ma felice, prova.
Dopo il “passaggio in cucina” Donna Paola ci portò in cantina, nella sala di degustazione, dove assaggiammo vari vini e, ovviamente, anche il famoso “Vigna del Vassallo” ( se rammento bene annata 2001), che dal 2005, per questioni di burocrazia disciplinare, si chiamerà “Il Vassallo”, vino rosso da uvaggio bordolese con Merlot (60%), Cabernet Sauvignon (30%) e Cabernet Franc (10%), paragonato da molti critici ai grandi Bordeaux dell’Haute Medoc ma che al sottoscritto, invece, sembra molto più vicino, per l’eleganza e la finezza, al Pomerol.
Vino veramente fine, sin dal colore rosso rubino acceso, equilibrato in tutte le sue componenti, giustamente alcolico, proporzionato anche nei profumi tra lo speziato da una parte e il floreale e fruttato dall’altra. Non c’è che dire: un gran bel bere ottenuto con rese contenute, fittezza degli impianti e – Donna Paola ci tiene a sottolinearlo – con un’estrema pulizia ed igiene in cantina, il tutto “condito” dalla serietà, dall’onestà e dall’impegno fisico e culturale di una grande donna, Paola Di Mauro, coadiuvata ormai da anni dal figlio Armando e dal nipote Valerio.
Di ottimo livello tutti i vini dell’azienda Colle Picchioni, di rilievo, oltre al già ricordato e famoso “Il Vassallo”, due bianchi “Le Vignole”, da uve Malvasia, Trebbiano e Sauvignon, di cui consiglio l’annata 2010, e “Donna Paola” , non poteva mancare un vino con tale nome, da uve Malvasia, Trebbiano e Semillon.
Chi può visiti l’azienda, ne vale la pena e il viaggio !
Alla salute, fratelli.
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